L’articolo, nel rievocare l’atmosfera della casa editrice Einaudi e alcune abitudini dei suoi collaboratori storici, si sofferma in particolare sulla figura di Italo Calvino ricordandone il peculiare rapporto con la parola orale: un rapporto sempre misuratissimo e quasi al limite della reticenza, che tuttavia, lungi dal dipendere soltanto da un’attitudine individuale, va ascritto a una posizione culturale maturata nel tempo dallo scrittore.