Autore:
Ortiz Hill, Claire Titolo:
Denotare entità immaginariePeriodico:
Rivista di filosofiaAnno:
2025 - Fascicolo:
2 - Pagina iniziale:
237 - Pagina finale:
257Si esamina il ruolo chiave svolto dalle differenti modalità con cui Husserl e Frege risposero alle domande sull’uso di combinazioni di segni che denotano oggetti apparentemente immaginari, privi di senso, impossibili, inesistenti o pseudo-oggetti, nel determinare i destini delle scuole filosofiche che ciascuno di loro ha ispirato. Tali questioni inquietarono entrambi e continuarono ad aleggiare sulla filosofia analitica, poiché né i filosofi analitici né Frege riuscirono a fare realmente i conti con i gravi problemi della denotazione che egli stesso aveva inscritto nelle fondamenta della sua logica nata sotto una cattiva stella. Al contrario, queste questioni furono una delle cause principali della dolorosa crisi intellettuale che Husserl attraversò tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento. Ma Husserl le affrontò e incorporò le risposte che sviluppò nei fondamenti della sua filosofia dell’oggettività , della logica e della matematica, nonché nella sua fenomenologia, la quale era destinata a dare carne al puro scheletro logico che egli stava delineando, fornendogli un cervello e un cuore. Così, la sua precoce ricerca di chiarezza rispetto ai tratti centrali della realtà lo condusse ad abbracciare posizioni antitetiche a quelle auspicate dall’establishment analitico.
SICI: 0035-6239(2025)2<237:DEI>2.0.ZU;2-P
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